In queste settimane di ridotta attività fisica che ci vedono passare molto tempo seduti, con il conseguente indolenzimento delle gambe e affaticamento del dorso, soprattutto a livello lombare, durante la nostra pratica fisica quotidiana ci troviamo spesso a cercare soluzioni efficaci per alleviare questi problemi.
Come sappiamo la pratica Yoga agisce su livelli diversi, come riassume bene il detto “se cerchi benefici a livello fisico li troverai a livello fisico…” se quello che cerchiamo è alleggerire la zona lombare e la conseguente azione di trazione delle gambe, è questo che troveremo. E allora troviamolo!
Tra le posizioni che ci sembrano migliori per ottenere questi benefici abbiamo individuato la variante a gamba tesa di eka pāda rājakapotāsana e gomukhāsana, che selezioniamo perché adatte, con i dovuti aggiustamenti, anche a chi non è solito praticare, perchè meno impegnative, ad esempio, delle inversioni (ricordiamo ottima per liberare la zona lombare la nostra amata viparītakaraṇī, che, tuttavia, diventa richiestiva su altri fronti).
Ecco quindi che le due posizioni individuate sono anche ottime per essere l’una la preparazione dell’altra ed essere praticate assieme, la prima anche in modo dinamico, l’altra adatta ad essere mantenuta statica in quanto ottima “base” per la contemplazione.
A queste due se ne aggiunge una terza, che consigliamo di eseguire in modo molto semplice, diremmo passivo: bhujaṅgāsana, il cobra, nella variante nota come “sfinge” o “piccola sfinge”, di cui Eka Pāda Rājakapotāsana è un’ottima preparazione.
Si prestano ad essere praticate all’interno di una breve routine quotidiana, che magari preveda qualche piccola sessione di riscaldamento più “dinamica”, come il Saluto al sole (anche nella sua versione piccola) oppure l’amata makara kriyā, o in generale qualche ripetuto movimento che coinvolga tutta la colonna come quello chiamato “del gatto” o i passaggi gatto – cane che guarda in basso – panca – cane che guarda in alto anche piuttosto dinamici, in puro stile Yoga Vyāyāma, sia respirati sia a polmoni pieni – antara kumbhaka.
Eka pāda rājakapotāsana si presta proprio ad essere praticata anche all’interno di sequenze dinamiche di riscaldamento prima di permanervi nella variante statica; gomukhāsana, a sua volta, può essere agilmente inserita per una breve esplorazione durante il riscaldamento a terra, anche se i più grandi benefici verranno ricavati dal mantenimento prolungato in statica, magari a fine lezione per dhyāna, la pratica di contemplazione. Per coloro che la praticano con agio è utilizzabile anche senza grandi riscaldamenti ogni qual volta si ricerchi una “centratura”, anche slegata da sessioni di pratica maggiormente organizzate.
Da dove vuoi cominciare?
➤ Bhujaṅgāsana
Buona esplorazione!